Tre esperienze da vivere a Zanzibar

Tre scatti dall’Isola delle Spezie

Capita anche a voi che un profumo, un sapore, una parola vi facciano improvvisamente tornare indietro nel tempo?
A me è successo questa mattina, quando in radio hanno mandato in onda il brano di Giusy Ferreri, “Jambo”.
In un secondo sono tornata con la mente a Zanzibar, mentre ero intenta ad osservare con il naso all’insù un ragazzo che con estrema destrezza si è arrampicato su una palma per recuperare alcune noci di cocco freschissime da farci gustare…

Ma andiamo con ordine…
Quello a Zanzibar è un viaggio che ho fatto diversi anni fa, ma che porto ancora vivo negli occhi e nel cuore.
Per raccontarvelo ho scelto tre scatti: i Masai con i loro bambini, il ragazzo del cocco, naturalmente, e il tramonto di Nungwi.

“Donna giraffa” e il sorriso dei bambini

Alloggiavamo a Kiwengwa e sulla spiaggia antistante al villaggio c’erano sempre alcune famiglie Masai: a conquistarci immediatamente sono stati i sorrisi dei bambini con i quali abbiamo iniziato a ridere e giocare. 

Ricordo ancora il nostro primo incontro: loro che mi osservano con aria stupita e mi dicono: “Non abbiamo mai visto una donna bianca così alta, abbiamo quindi scelto per te il nome di “donna giraffa”. E mi hanno regalato una riproduzione in legno dell’animale. 

Confesso che non ho mai amato i commenti sulla mia altezza (per chi se lo stesse chiedendo, sono alta 187 cm. Sì, senza tacchi!), ma la loro naturalezza e la loro spontaneità mi hanno fatta scoppiare a ridere e ho accettato con piacere il regalo, che da quel giorno se ne sta silenziosamente ad osservarmi da una mensola della sala. Anche ora, mentre scrivo, guardo il simpatico animale e sorrido ripensando a quell’episodio.

Tra spezie e musica

Passiamo al secondo scatto: Zanzibar è nota nel mondo anche come “Isola delle Spezie”; potevamo quindi mancare all’appuntamento del tour delle spezie? Assolutamente no! Questa esperienza ci ha permesso di scoprire che il tanto amato cioccolato deriva dalle cabosse, ovvero i frutti dell’albero del cacao. Quindi, come ha detto scherzando qualcuno: “Ma quindi: se il cioccolato è un vegetale… lo posso inserire nella dieta insieme al resto della frutta!”. ?

Battute a parte, questo tour ci ha davvero aperto gli occhi su molti aspetti culturali del Paese e ci ha anche permesso di osservare da vicino alcuni alimenti che sulle nostre tavole arrivano solo una volta lavorati. 

Il momento di quel tour che di certo non dimenticherò mai è stato quello che riguarda l’ormai famoso “ragazzo dei cocchi”. 

Di lui non so nulla, né il nome né l’età, avrà avuto forse tra i 15 e i 20 anni, ma non posso di certo dimenticare la sua agilità e destrezza nell’arrampicarsi a mani nude su un albero di cocco per recuperarci delle noci fresche. Arrivato in cima, poi, si è messo a ballare e a cantare la famosa canzone “Jambo”. Sì, avete capito bene. Cantare e ballare in cima ad una palma! 

Noi lo osservavamo terrorizzate, ma quando è tornato con i piedi per terra abbiamo iniziato a cantare e a ballare tutti insieme. Ed è stato bellissimo. 

Da quel giorno il testo di quella canzone l’ho imparato a memoria e ogni tanto, soprattutto quando sono un po’ giù, inizio a canticchiarlo, perché mi trasmette gioia e mi dona energia…

Quando il mare si tinge di rosso

E siamo giunti al terzo scatto da Zanzibar: uno degli ultimi giorni di viaggio ci siamo spostate a Nord, a Nungwi, e lì abbiamo potuto ammirare uno dei tramonti più belli che io abbia mai visto in vita mia.

Sorseggiare piña colada davanti a un mare infuocato dal sole, con le barche a vela all’orizzonte è stato davvero magico.
Non servono altre parole per descrivere quel momento, guardate le foto e rivivetelo con me…

Ah, dimenticavo di dire una cosa importante… Se decidete di andare a Zanzibar, fatelo “hakuna matata”, senza pensieri. E tutto vi sorriderà.

Località: Zanzibar
c.a. 10 ore di volo dall’Italia

Data viaggio: ottobre 2010

Con chi ho viaggiato: con delle colleghe, all’epoca ero un agente di viaggi

Chi può affrontare questo viaggio: tutti, è adatto anche a famiglie con bambini

Dove dormire: Ho girato tutta l’isola e, se dovessi scegliere in quali zone alloggiare, suggerirei la parte Nord dell’isola: Kiwenga, se siete mattinieri e volete ammirare il sole sorgere, Nungwi, invece, se preferite godervi tramonti da sogno con un bel cocktail tra le mani.

Escursioni consigliate:

  • Stone Town: è la capitale e merita una visita. Il Palazzo delle Meraviglie, costruito nel 1883 dal sultano Barghash bin Said e parzialmente crollato nel 2020, è sicuramente uno dei simboli di Zanzibar. Patrimonio dell’UNESCO dal 2000, il magnifico edificio con vista mare sull’Oceano Indiano fu il primo ad avere l’elettricità e un ascensore funzionante a Zanzibar.
  • Il tour delle spezie

Note:

  • Tenete a portata di mano monete da 1€ da dare come mancia a chi vi aiuta con le valigie etc., ve ne saranno infinitamente grati e vi aiuteranno in tutto, facendovi risparmiare grandi perdite di tempo.
  • Mettete nello zaino una torcia, spesso salta la corrente quindi può risultare molto utile averne una.
  • Se ne avete la possibilità, portatevi matite colorate e caramelle. Farete la gioia di tanti bambini.
  • Spesso i locali chiedono ai turisti di lasciar loro beni di prima necessità come sapone, bagnoschiuma e shampoo. Se ne avete la possibilità, portatene un po’ di più da lasciare a chi ne ha bisogno. 
  • Ricordatevi che siete in un Paese dove la maggior parte della popolazione è di fede musulmana: fuori dai villaggi, quindi, non indossate vestiti troppo succinti. E non lo dico per una questione di sicurezza, anzi. Ho girato da sola per Stone Town e non ho avuto nessun problema. Lo dico per una questione di rispetto delle tradizioni del Paese ospitante.

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