Santuario Madonna della Corona – Veneto

Un trekking tra fede e meraviglie architettoniche

Ho passato anni di viaggio verso l’Alto Adige con il naso incollato al finestrino per cercare ogni volta di scorgerla, lassù tra le montagne. Questa volta, però, mi sono decisa a lasciare l’autostrada per andare ad ammirarla da vicino.

Sto parlando della chiesa della Madonna della Corona, incastonata nella roccia a 775 metri di altezza, e si trova ad una ventina di minuti dall’uscita di Affi.

Da dove partire

Per raggiungerla potete percorrere tre differenti vie, tutto dipende da quanta voglia avete di camminare.
Una di queste strade è più impegnativa e prevede un percorso tra i boschi di circa due ore, partendo da Brentino in Val D’Adige. La seconda si imbocca dalla piazzetta centrale di Spiazzi e ad un certo punto si ricongiunge con il terzo sentiero, che prende il via da Piazzale Giovanni Paolo II, dove si trova l’Hotel Stella Alpina.
Indubbiamente gli ultimi due sono i più semplici e veloci. 

Io e il mio compagno di viaggio abbiamo optato per la terza soluzione, così da poter percorrere l’intera Via Crucis che porta al Santuario.

Il percorso è su strada asfaltata quindi affrontabile da tutti; attenzione all’andata perchè in totale discesa, quindi al ritorno si “scarpina” un po’, ma niente di particolarmente faticoso.

La Via Crucis

Ogni stazione della Via Crucis vi sorprenderà.

Non mi era mai capitato di vedere riprodotte le intere scene di ciascuna stazione. Normalmente vi è sempre la presenza di Gesù e di un altro personaggio, qui invece sono state realizzate situazioni molto più complesse e ricche. Ci sono Pilato che “se ne lava le mani”, diverse pie donne che seguono il Cristo lungo la strada…

Tutte le figure sono in bronzo e curate nei minimi dettagli; persino le espressioni del viso sono realizzate con una meticolosità straordinaria. 

E che dire del sepolcro? Si arriva davanti a uno sperone di roccia e, alzando lo sguardo, si scorge un angelo che invita a scendere dei gradini. Solo dopo averli percorsi, e vedendo la pietra rotolata di lato, ci si rende conto dove ci si trova.  

Tornando sul percorso principale, in poche centinaia di metri si raggiunge lo spiazzo di arrivo del bus navetta (sì, il percorso può essere fatto anche così, ma io vi suggerisco di camminare) e da lì si inizia a scorgere il Santuario incastonato nella roccia.

Prima di affrontare le ultime centinaia di metri che ci separano dalla meta, vedo le targhe che ricordano il passaggio, lungo la strada sottostante, dei treni della morte che portarono migliaia di persone verso i campi di sterminio in Austria e in Germania durante la Seconda guerra mondiale. Un brivido mi percorre la schiena ripensando a quanti non sono più tornati e penso a quanto siamo fortunati ad essere qui da turisti pellegrini…

Il Santuario

Riprendiamo il cammino e in un attimo ci ritroviamo ai piedi della scalinata che porta all’ingresso del Santuario.

Solo vedendolo così da vicino ci si rende davvero conto di quanto sia incastonato nella roccia. Sembra quasi che questa lo avvolga come un mantello. 

Saliamo la Scala Santa (andrebbe percorsa in ginocchio, ma l’abbiamo scoperto solo al termine della visita) e, attraverso la Porta Santa, entriamo in chiesa.

Dire che le nostre bocche si spalancano per la sorpresa (sì, proprio in stile cartoon) è dire poco: l’intero lato sinistro e l’abside sono in pietra viva. Chiesa e roccia sono un meraviglioso tutt’uno e noi rimaniamo incantati ad ammirarlo per almeno cinque minuti.

Iniziamo il percorso suggerito dall’opuscolo che indica le tappe del Cammino Giubilare: passiamo così dalle cappelle in cui sono collocati alcuni dei molti ex-voto qui lasciati dai fedeli e da quella del Crocifisso. Poi arriviamo ai piedi dell’Addolorata, con Maria che tiene tra le braccia Gesù, e davanti al Tabernacolo. A seguire raggiungiamo il Fonte Battesimale, racchiuso in una cappella di roccia viva, e ammiriamo una riproduzione della Sacra Sindone. Prima di uscire vi consiglio di dare un’occhiata alle vetrate sopra la porta, io le ho trovate incantevoli.

Oltre alla Chiesa, da visitare sono anche il Sepolcreto degli Eremiti e il “Sacellum Pietatis”, dove fu trovata la statua della Madonna della Corona il 24 giugno del 1522.

Prendetevi qualche minuto anche per ammirare il panorama, ne vale davvero la pena. E poi via, inizia la salita per fare ritorno alla base (la discesa se siete arrivati al Santuario da Brentino).

Una gustosa conclusione

Prima di riprendere la strada verso casa, vi suggerisco di concedervi un ottimo pranzetto in uno dei ristorantini di Spiazzi.

Io vi consiglio “La Tavernetta del Baldo”, locale semplice ma molto curato e dal servizio cortese. Tra le diverse proposte, noi abbiamo scelto canederli fatti in casa con burro e salvia, maccheroncini di pasta fresca all’uovo con ragù d’anatra, gulasch di cervo con polenta, cheescake e strudel. Tutti piatti gustosi e ben presentati. Con l’aggiunta di acqua e un calice di vino, abbiamo speso circa 50€. Davvero niente male. 

Località: Santuari Madonna della Corona – Spiazzi (VR)
47 km da Verona
82 km da Brescia
92 km da Trento

Data viaggio: 8 gennaio 2021

Con chi ho viaggiato: con un amico

Chi può affrontare questo viaggio: chiunque, anche se consiglio di scegliere bene il percorso da fare

Dove mangiare: “La Tavernetta del Baldo, situata a Spiazzi (VR)

Dove dormire: Noi abbiamo alloggiato in zona Verona, ma volendo si possono cercare soluzioni anche sul lago di Garda.
Relais Ristori – Verona 
Piccolo B&B situato a pochi passi da Castelvecchio, è dotato di sei camere. A noi è stata assegnata “Tristano e Isotta”, davvero confortevole: letto a baldacchino, riscaldamento a pavimento, bagno ampio e con tutto il necessario. Al mattino troverete ad attendervi un’ottima colazione dolce e salata (d’estate viene servita nel grazioso cortile interno). Maria Vittoria, la nostra ospite, è stata davvero gentile e disponibile, fornendoci anche preziose dritte per pranzi/cene e parcheggi. 
A tal proposito, a dieci minuti a piedi dal B&B è disponibile un parcheggio gratuito.
Per il soggiorno abbiamo speso meno di 50€ a testa.

Hotel Saccardi & Spa
Situato a Caselle di Sommacampagna, a pochi chilometri da Verona, l’hotel è a ridosso dell’autostrada ma è piuttosto silenzioso. Le camere non sono modernissime, ma curate e pulite (suggerisco di chiedere quelle senza moquette). Il servizio è molto cordiale e tutto il personale è a disposizione per suggerimenti e richieste last minute.
La colazione è varia e piuttosto ricca, buona anche la cena.
La Spa non è particolarmente grande, ma offre comunque la possibilità di concedersi attimi di relax dopo le lunghe camminate in città e nei dintorni.
Sfruttando un’offerta di Secret Escapes, per il soggiorno in B&B abbiamo speso 38€ a persona a notte (Spa esclusa: 10€)

Cosa vedere nei dintorni: Verona, Lago di Garda, Trento

Note: trovate qui tutte le informazioni utili riguardanti la storia del Santuario e il percorso di trekking che parte da Brentino in Val d’Adige

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