Novi Ligure, Libarna, Gavi: alla scoperta del basso Piemonte

Itinerario per un weekend tra buon cibo, resti romani e panchine (giganti e non)

Hai mai pensato di trascorrere un weekend nel basso Piemonte?

Io e il mio compagno di avventure l’abbiamo fatto in occasione dell’evento “Panchine di San Valentino”, promosso dal Distretto del Novese. Ci siamo così ritrovati a scoprire una zona d’Italia che abbiamo sempre visto di solo passaggio verso la Liguria: in poco più di 24 ore ci siamo letteralmente leccati le dita per la bontà dei prodotti tipici locali, abbiamo degustato ottimi vini, passeggiato tra antichi resti romani, ci siamo inerpicati sulle colline in cerca di una Big Bench e ci siamo anche divertiti a cercare le panchine romantiche sparse qua e là per le città. 

Ecco, devo ammettere che queste ultime non ci hanno particolarmente entusiasmati, ma abbiamo visto che ci sono diversi cantieri aperti quindi contiamo di dar loro una seconda possibilità tra qualche tempo e chissà.

In ogni caso già la sola bontà del cibo vale il viaggio quindi…

Siete curiosi di saperne di più? E allora leggete questo blog post fino alla fine.

La strada per raggiungere Novi Ligure

È inutile tentare di negarlo, questa volta non ci sono strade wow per raggiungere la prima meta del viaggio, ma solo l’autostrada.

Il centro di Novi Ligure dista solo pochi chilometri dal casello quindi in questo caso si ringraziano il cruise controll e il mantenimento di corsia (per chi li ha) e tanti saluti al piacere di guida.

Il weekend inizia a Novi Ligure

La prima tappa del nostro viaggio è stata Novi Ligure: non so dirvi con esattezza cosa mi aspettassi, ma so che sono rimasta un po’ spiazzata nel vedere il centro storico semi deserto il sabato mattina, cantieri aperti ovunque e in alcune zone anche un po’ di degrado.

In compenso ho trovato interessante notare come molti palazzi siano dipinti in pieno stile ligure, a riconferma del fatto che in questo territorio l’influenza della vicina regione marittima si sente e non poco, e mi sono divertita ad osservare le due meridiane presenti sulla bella facciata affrescata di Palazzo Negrone, oggi Costa, in Piazza Dellepiane. Qui si trova anche la Fontana del Sale, realizzata nel periodo di passaggio dalla reggenza napoleonica a quella sabauda.

A pochi passi dalla piazza, quando la fame iniziava a farsi sentire, abbiamo adocchiato un panificio e… quando si dice la fortuna!

Questa volta voglio proprio fare nomi e cognomi perché quel che è successo ci ha piacevolmente sorpresi, e ha anche iniziato a riempirci lo stomaco.

Quando siamo entrati al Panificio di Delucca, continuavo a ripensare a quanto avevo letto prima di partire per cercare di ricordarmi quale fosse la focaccia tipica della zona, ma niente.

Abbiamo così ordinato due normali pezzi di focaccia, comunque da urlo e pagati in totale quanto un caffè a Milano.

Prima di andarcene, però, ho chiesto alla gentile signora al banco se poteva aiutarmi a ricordare quanto letto e lei per tutta risposta ci ha omaggiati di due pezzi di focaccia con la curcuma e due con lo zucchero.

Credetemi se vi dico che non avevamo mai mangiato focacce così buone. Il gesto della signora, poi, ci ha davvero scaldato il cuore.

Non trovate anche voi che sia stata suuuuper gentile?

Con la focaccia tra le mani abbiamo continuato a passeggiare per la città fino ad arrivare alla Galleria Petrelli, quella che nell’idea del suo creatore dovrebbe ricordare le Gallerie di Milano, Genova e Torino. E se l’affresco ancora attira lo sguardo, confesso che il resto è un pugno nello stomaco perché il degrado qui si fa sentire parecchio. Posso solo sperare che, visti i tanti lavori in corso in città, venga presto riportata al suo antico splendore.

Arrivata l’ora di pranzo, abbiamo deciso di fermarci all’enoteca Il Banco: locale semplice e alla mano, ideale per una pausa veloce. Qui abbiamo mangiato una buona farinata, anche se non ai livelli di quella mangiata qualche mese fa a Sestri Levante, e una gustosa panissa fritta, da rivedere invece il vitello tonnato. Guardandoci attorno, però, abbiamo capito che in questo locale è consigliabile prendere prodotti da forno più che piatti veri e propri, quindi errore nostro.

Per concludere il giro della città, abbiamo raggiunto il Museo dei Campionissimi dedicato ai grandi ciclisti Fausto Coppi e Costante Girardengo nati proprio a Novi. Purtroppo, non abbiamo avuto modo di visitarlo, ma la prossima volta non mancheremo.

Libarna: tra resti romani e versi poetici

Lasciata Novi Ligure, ci siamo diretti verso Libarna per andare ad ammirare i resti dell’insediamento romano risalente al I-IV secolo d.C.: qui è davvero interessante vedere da vicino quel che rimane dell’antico Teatro, dell’Anfiteatro, delle Terme e del Foro. C’è anche una panchina con vista sugli scavi su cui sostare; per l’occasione anche questa è stata addobbata con cuori di diverse dimensioni e su uno sono riportati i versi del carme più celebre di Gaio Valerio Catullo (e chi se non lui in questo luogo?!): “Dammi mille baci, poi altri cento, poi altri mille, poi ancora cento, poi senza fermarti altri mille, poi ancora cento.”

Gavi e il suo Castello

Tornati nel 2023, abbiamo imboccato la strada che da Libarna porta a Gavi, perdendoci su strade secondarie alla ricerca della panchina romantica di Pratolungo.

Scattata una foto e ripresa la strada, abbiamo raggiunto Gavi, la nostra ultima meta di giornata. Parcheggiata l’auto, abbiamo imboccato la strada che dal centro storico porta fino al castello che domina la città e l’intera Val Lemme: il percorso è un po’ impervio e non molto curato, ma in una ventina di minuti abbiamo raggiunto le mura. Purtroppo, il castello risulta ancora chiuso per lavori di restauro, ma il tramonto visto da quassù è gratuito e merita di essere visto!

Osteria Piemontemare: ecco dove mangiare a Gavi

Arrivata l’ora di cena, abbiamo iniziato a googolare per cercare un locale in cui poter gustare alcuni piatti tipici. Alla fine la nostra scelta è ricaduta sull’Osteria Piemontemare, suggeritaci anche dallo staff dell’hotel in cui alloggiavamo, e non poteva andare meglio di così.

Situato nel centro storico di Gavi, il locale è molto carino e curato; il personale è cortese e il menù è davvero ricco. 

Qui vi dico solo che noi abbiamo preso un ottimo piatto di ravioli di Gavi alla moda di Bosio conditi al tocco, un altrettanto gustoso piatto di corzetti novesi conditi con pesto al mortaio, una guancia brasata al Gavi che si scioglieva in bocca e abbiamo concluso con due dolci davvero eccellenti: io ho scelto il salame del papa e il mio compagno di viaggio il bonet in doppia versione.

Se volete saperne di più di questi piatti, e vi garantisco che ne vale la pena perché ci sono delle chicche davvero interessanti, non perdetevi il blog post dedicato all’Osteria Piemontemare (cliccateci che tanto si apre in un’altra scheda, così prima finite di leggere il racconto di viaggio e poi vi fate venire un po’ di acquolina in bocca 😉 ).

Dove dormire a Gavi: Hotel al Castello

Conclusa la cena, abbiamo fatto ritorno all’Hotel al Castello, anche questo lo abbiamo scelto dopo un po’ di ricerche on line. Anche qui il personale è davvero gentile e disponibile, le camere sono di dimensioni adeguate e c’è tutto l’occorrente per un soggiorno di un weekend come il nostro.

Solo il posizionamento delle lampade a soffitto e del soffione della doccia andrebbe rivisto, perché sono un po’ bassini, ma qui il problema sta nella nostra altezza. E voi che dite sempre che essere tanto alti è un vantaggio… 😂

Secondo giorno di tour: a caccia di Big Bench

Il nostro secondo giorno di tour nel basso Piemonte è iniziato con una buona colazione in pasticceria e quattro passi per il centro storico di Gavi.

Qui mi sento di suggerirvi una visita alla Chiesa di San Giacomo: risale al 1165 e conserva le caratteristiche tipiche dello stile romanico. Entrando, osservate la prima colonna di destra: è decisamente storta e devo ammettere che fa un po’ impressione. Non ho fatto foto, perché quando siamo entrati era in corso la celebrazione eucaristica, ma andate a vedere e poi ditemi che ne pensate. 

Di questa chiesa a colpirmi è stato anche il soffitto affrescato come fosse un cielo stellato, davvero molto bello.

Terminata la visita, abbiamo fatto scorta di focaccia e acquistato un pezzo di testa in casetta (quanto vorrei vedere le vostre facce ora!).

Tranquilli, non è niente di particolarmente macabro, ma solo un tipico salume “di risulta” prodotto in questa zona utilizzando la testa del maiale, la lingua, il muscolo e il cuore bovino.

Direzione Big Bench #57 Mornese

Saliti in macchina, abbiamo puntato dritti verso il Castello di Boiro, noto come il castello dell’Innominato nella fiction RAI “Promessi Sposi”.

Per raggiungerlo abbiamo finalmente percorso un po’ di strade di collina, quelle che tanto mi piacciono, e in mezz’ora siamo arrivati a Casaleggio Boiro.

Il nostro obiettivo era però la panchina gigante numero 57 e quindi, salutato il castello, ci siamo messi a cercarla. 

Questa volta, infatti, la Big Bench non era così facile da scovare, perché non era nelle immediate vicinanze della strada: per raggiungerla abbiamo imboccato il sentiero che costeggia le mura del castello e si immerge nel bosco, per poi sbucare in mezzo a colline di pini marittimi con una splendida vista sulle vallate circostanti.

Dopo mezz’ora di cammino, siamo finalmente arrivati alla vera meta di giornata, ci siamo accomodati e ci siamo goduti focaccia e vista super rilassante per quasi un’ora.

Ci siamo poi dovuti arrendere al vento che quel giorno non dava tregua e in una ventina di minuti abbiamo fatto ritorno alla base.

Dal parcheggio sotto al castello abbiamo poi ripreso la strada di casa, salutando Gavi con ancora l’acquolina in bocca e con la promessa di tornare a goderci altri manicaretti tipici di questa zona del Piemonte.

E voi che mi dite, siete mai stati da queste parti?
Conoscevate queste prelibatezze gastronomiche?
Raccontatemelo nei commenti qui sotto, ci vediamo al prossimo viaggio.

Info utili

Località

Novi Ligure (AL) – Piemonte
25 km da Alessandria
60 km da Genova
80 km da Pavia
95 km da Milano
97 km da Piacenza
120 km da Monza

Data viaggio

18-19 febbraio 2023

Con chi ho viaggiato

Con un amico

Dove mangiare

Assolutamente da provare è la focaccia del Panificio di Delucca in via Roma 125 a Novi Ligure (AL). Costo di due pezzi di focaccia liscia: 1,30€.

Per un pranzo o una cena tipica, invece, vi suggerisco l’Osteria Piemontemare in via Rose 2R a Gavi (AL). Prezzo per tutte le portate sopra indicate: 74€ per due persone.

Dove dormire

Noi abbiamo alloggiato all’Hotel al Castello di Gavi.
Costo per una doppia in solo pernottamento: 75€ a camera.
Possibilità di colazione in hotel a 8€ a persona.
Attenzione al parcheggio perché la domenica mattina nella piazza antistante l’hotel c’è il mercato.

Cosa vedere nei dintorni

A un’ora (o poco più) da Gavi potete poi raggiungere:
– Genova, la città che non ti aspetti – Liguria
– Monferrato – Piemonte
– Castello di Rivalta e Borgo di Bobbio (PC) – Emilia Romagna
– La Morra e la magia delle Langhe in inverno – Piemonte
– Alla scoperta dei borghi delle Langhe – Piemonte

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