In quale direzione sta andando il turismo? Riflessioni sul caso #LakeComo e molto altro…

Dove sta andando il turismo?

È una domanda che mi sono posta spesso, sia quando accompagnavo gruppi di turisti in giro per l’Italia e l’Europa, sia quando mi sono trovata a viaggiare con compagni di viaggio che a fatica sapevano in quale parte del mondo fossimo.

Negli ultimi giorni, poi, è esploso il caso #LakeComo e questa domanda si è fatta ancora più urgente.

Ricordi d’infanzia: dalla Bit alle guide turistiche, fino ai blog

Ricordo ancora quando, da ragazzina, passavo pomeriggi interi alla BIT di Milano a raccogliere cataloghi che poi leggevo e rileggevo, immaginando di raggiungere mete vicine e lontane. Scoprivo così mondi a me allora sconosciuti e sognavo di visitarli una volta diventata grande.

Con il tempo ho iniziato a viaggiare…

Qualcuno dice che dovrei “lasciarmi andare un po’ di più, lasciarmi trasportare dagli eventi”, ma io proprio non ce la faccio a partire senza aver letto almeno una dozzina di articoli sulla meta da visitare.

Una volta consultavo i cataloghi raccolti alla BIT (erano fatti proprio bene!), poi sono passata alle care guide turistiche e alle riviste di turismo (che in casa mia ancora affollano le mensole delle librerie), più di recente sono diventata una fan dei blog di viaggi, tanto da volerne aprire uno mio…

In ogni caso sono sempre partita con la consapevolezza e la conoscenza piuttosto dettagliata di quale sarebbe stata la mia meta.

Il caso #LakeComo

Vi lascio quindi immaginare la mia espressione quando ho letto del caso #LakeComo (che poi ho cercato di spiegare meglio qui): vi confesso che per un attimo ho avuto un flashback. Ho ripensato alla Francesca bambina, che a sei anni era convinta che il Brasile si trovasse in Europa e che ancora oggi ringrazia mamma e papà che le piazzarono subito in mano un atlante per farle comprendere l’errore… E subito dopo ho pensato a come si possa viaggiare basandosi solo su un hashtag visto sui social.

Anch’io mi salvo i post di instagram che più mi piacciono in apposite cartelle, ma mai partirei basandomi solo su quelli…

E il fatto che ora ci siano centinaia e centinaia di persone che arrivano sul Lago di Como in cerca della località #LakeComo senza capire che non si tratta di un paesello affacciato sul lago, ma di un bacino con 160 km di coste, mi lascia basita. Soprattutto perché queste persone non hanno sei anni, ma sono adulti arrivati in Italia da ogni parte del mondo…

Il mondo non è un album di figurine e visitarlo non è un “ce l’ho, mi manca”

E allora mi domando: dove stiamo andando a finire? Che senso ha viaggiare così?

Per me il mondo non è un album di figurine e visitarlo non è un “ce l’ho, mi manca”.

Per me viaggiare significa andare alla scoperta posti nuovi, arrivarci consapevole di ciò che vado a vedere e con la curiosità di conoscere la realtà locale fatta di paesaggi e persone magari completamente diverse da me, ma che hanno un mondo da raccontarmi…

Cosa significa viaggiare per voi?

E per voi cosa significa viaggiare?

Cosa cercate quando salite in macchina/aereo e partite?

Se vi va raccontatemelo nei commenti qui sotto, io nel frattempo continuo a girare per Como, sperando di non sentire altre “folli sparate”.

8 Comments

  1. Ho viaggiato tanto per lavoro, ma anche per piacere personale. In questi anni sono diventato un pò stanziale, per i problemi che sai. Comunque ho sempre pianificato i miei viaggi mediante cartine, atlanti, guide. Non mi è mai piaciuto andare “alla ventura”; ritengo che, non pianificando bene prima, si rischi dopo di far diventare la vacanza uno stress…e allora non sarebbe più vacanza!

    1. Viaggiare per me significa scoprire nuove culture, nuove architetture ecc: insomma, scoprire nuovi mondi che non conosco.
      Quando ero più giovane, mi “gasava” molto vivere il viaggio in auto ed il percorso per arrivare alla meta. Invecchiando, invece, sono diventato “più insofferente” e non vedo l’ora di giungere alla meta. Giunto, mi studio il programma che ha preparato mia moglie per essere preparato all’esperienza che mi appresto a vivere. Il viaggio non deve, però, durare molto perché ho nostalgia di casa.

        1. Ciao. Per me ci deve essere sicuramente preparazione su luoghi cultura, cose da vedere… ma un certo spazio all avventura bisogna lasciare. Non deve essere tutto pianificato al minuto. Molto spesso le cose più belle che mi sono accadute in viaggio , luoghi persone esperienze sono arrivate per aver sbagliato una strada o essermi fidati delle persone conosciute sul posto. Un abbraccio e buon viaggio!

          1. Concordo con te Massimiliano.
            Non tutto va programmato, il bello è proprio vivere il viaggio, ma almeno le info di base per me bisogna sempre saperle!
            Un abbraccio a te e buona estate
            Francesca

    2. Credo che il passaggio chiave sia “la vacanza non deve diventare uno stress, altrimenti non è più vacanza”, poi ognuno sceglie di viverla nella modalità che preferisce (super organizzata o all’avventura!)

  2. Viaggio da trent’anni in motocicletta, negli ultimi due da solo. Il viaggio in moto inizia quando esci da casa, non quando ti sei spostato da casa alla destinazione. Così, oltre che scegliere la o le destinazioni (quando non è addirittura un viaggio itinerante) studio sull’Atlante 1:200.000 le strade più paesaggistiche. So sempre dove sono, anche senza GPS, e se non lo so uso il GDP (Gente Del Posto). Tra i migliori ricordi ci sono proprio queste conversazioni che sono andate molto più in là dell’indicazione stradale.

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