Colosso di San Carlo Borromeo – Arona (Piemonte)

Sfidare le proprie paure

Soffrite di vertigini e/o i luoghi troppo stretti? Allora questa escursione non fa per voi…
O forse sì, se decidete che è giunto il momento di mettervi alla prova.

Confesso che quando sono partita per un’escursione sul Lago Maggiore, questa piccola avventura non era affatto programmata. Quando si viaggia con amici molto intraprendenti, però, il rischio di ritrovarsi ad affrontare cose che mai avremmo pensato di fare è sempre dietro l’angolo. Ed è bello così, non trovate?

Ed ecco allora come una tranquilla domenica a passeggio tra fiori, piante e animali nello splendido Parco Pallavicino si è trasformata in una sfida alle mie paure. 

Dopo aver visitato il Parco e Stresa, abbiamo infatti deciso di spostarci ad Arona, città natale di San Carlo Borromeo, per andare a visitare il “Sancarlùn”, ovvero la statua che rappresenta il noto Arcivescovo di Milano nell’atto di benedire i fedeli.

Progettata da Giovanni Battista Crespi e modificata dagli scultori Siro Zanella e Bernardo Falconi, fu conclusa nel 1698. È tra le statue più grandi al mondo: è alta 35 metri (con piedistallo), è a struttura cava all’interno e sorretta da un’anima in pietra, mattoni e ferro.  All’esterno è costituita di lastre di rame battute a martello sulla struttura di supporto e riunite insieme per mezzo di chiodi e tiranti.

Raggiungere la balconata del piedistallo, situata a 11,50 metri d’altezza, non è complicatissimo, ma è già una prima prova se si soffre di vertigini. Per arrivarci, infatti, bisogna risalire una piccola e stretta scala a chiocciola di metallo.

Il bello, però, arriva quando i tuoi amici ti dicono: “Dai, arriviamo fino in cima”. E con “in cima” intendono proprio arrivare nella testa della statua.

Inizia così la lenta risalita lungo i 23,50 metri di altezza del Colosso, e vi garantisco che non è un percorso facilissimo. Per prima cosa si deve affrontare un’altra scala a chiocciola, poi una scaletta di ferro perfettamente verticale, in una sorta di vero e proprio tunnel di metallo. 

Una volta arrivati in cima, potrete riprendere fiato riposando nell’apposita area all’altezza del mento del Santo: da qui potrete iniziare a sbirciare il panorama da alcune finestrelle che si aprono sulle spalle della statua. La cosa più bella da fare, però, è affrontare anche gli ultimi cinque gradini per raggiungere gli occhi e le orecchie del Colosso e da lì godere la meravigliosa vista sul lago.

Fare foto a fuoco da lì non è semplicissimo, a meno che non siate dotati di una super reflex, ma è divertente provarci anche solo per riprendere un po’ di fiato prima di riaffrontare la famigerata scaletta per tornare con i piedi per terra. 

Prendetevi poi del tempo per visitare il parco che circonda il Colosso: troverete un ciclo di dieci pannelli che illustra la vita e l’opera pastorale di San Carlo e una statua in bronzo dello scultore Marco Mantovani. 

E poi riguardate in alto, verso quella mano che pochi istanti prima avete ammirato così da vicino: so che a qualcuno potrà sembrare banale, ma vincere le proprie paure non lo è mai. E io son tornata a casa molto fiera della piccola “impresa” compiuta: un’altra sfida è stata vinta e un altro splendido luogo della nostra bella Italia è stato visitato.

Prima di tornare a casa non dimenticate di visitare la Chiesa di San Carlo situata sul lato opposto della strada: progettata dall’architetto Francesco Maria Richini, venne realizzata a partire dal 1614. 

All’interno troverete la cappella dedicata alla nascita del Santo, un’antica ricostruzione della “Camera dei tre laghi” realizzata con parti della stanza della Rocca di Arona in cui, nel 1538, egli nacque.

Località: Rocca di Arona (Piemonte)
44 km da Varese
65 km da Como
67 km da Milano
124 km da Torino

Data viaggio: 2 ottobre 2021

Con chi ho viaggiato: con amici

Chi può affrontare questo viaggio: questo itinerario può essere affrontato da tutti. In alcuni tratti, però, persone con difficoltà di deambulazione potrebbero però avere qualche difficoltà, e lo stesso vale per chi vuole utilizzare i passeggini (es. nell’area in cui si trovano i cerbiatti non possono accedere)

Costo ingresso: il biglietto intero terrazza + interno statua 7€, il ridotto solo terrazza 4€. I bambini da 0 a 6 anni non possono salire all’interno della statua. Scoprite di più qui

Dove mangiare: noi abbiamo pranzato nel centro di Stresa al Ristorante Pizzeria Mamma Mia: menù vario, interessanti proposte, bella presentazione dei piatti e cibi gustosi. Per un antipasto, tre primi, tre dolci, due bottiglie d’acqua, un calice di vino e un amaro abbiamo speso 95€

Dove dormire: in passato ho soggiornato c/o il Grand Hotel des Iles Borromèes & Spa e il Milan Au Lac, entrambi molto belli. In zona ci sono comunque diverse soluzioni e, se si cerca bene, diverse offerte

Cosa vedere nei dintorni: la cittadina di Stresa, il Parco Pallavicino, le Isole Borromee, la Rocca di Angera

Note: se decidete di visitare l’interno della statua, fate attenzione a non portarvi zaini troppo ingombranti se non volete correre il rischio di rimanere impigliati (piuttosto lasciateli al custode posizionato sulla balconata)

Ringraziamenti: grazie all’amico Luca per aver portato il drone e aver scattato le foto aeree che vedete in questa pagina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *